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"La delicatezza fiabesca del titolo - "La casa delle fate" - non deve indurre a supporre un contenuto di fantasia. Anzi. Cinzia Marulli ci conduce, per esperienza diretta, in un luogo reale e crudo, poco frequentato dai mezzi di informazione: una casa di riposo. Lì si consuma la vecchiaia, una parte critica del percorso di chi la vive, ma anche dei familiari. Forte diventa il bisogno di rinforzare gli affetti e la poesia si è rivelata carezza, contatto, ricordo, segno e graffio vitale, per non dimenticare. La forma espressiva dialogante, lineare e schietta, rende il lettore partecipe del cammino verso l'unica direzione certa, complice nelle paure, anche nei rimorsi, per un viaggio d'amore." (Giuria del premio di poesia "Casa Museo Merini", 1a edizione - sezione "Silloge inedita"). Postfazione di Marco Antonio Campos.